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SANGGE - Il leone risvegliato



In tibetano la parola Buddha è tradotta con Sangye.

Buddha (buddo) in sanscrito e prakrito significa Risvegliato. Sangye è composto da san (risvegliare) e gye (sbocciare) quindi è una traduzione abbastanza letterale che significa “Sbocciato nel Risveglio” come degli occhi o dei fiori che si aprono ai primi raggi di sole del mattino.

Quel che è interessante è che una parola simile, Sengge, in tibetano vuole dire leone.

Un'antica parabola tibetana offre una connessione sottile tra questi significati apparentemente così diversi: per contestualizzarla alle pratiche di mindfulness ve ne offro una parafrasi.


Una scimmia lancia in continuazione dei bastoni (pensieri, fenomeni mentali) disturbando la quiete della foresta (la coscienza). La scimmia rappresenta la mente nevrotica.

Gli animali della foresta reagiscono in modo molto diverso ai suoi gesti inconsulti.


Una vecchia tartaruga in letargo non si accorge dei bastoni che la colpiscono e neanche si sposta dalla traiettoria di gioco della scimmia, soffrendo senza sapere perché. La tartaruga in questo contesto rappresenta il veleno dell’inconsapevolezza.


Un serpente viene colpito da un bastone e reagisce con terrore aggredendo e fuggendo. Da quel momento ogni pezzo di legno, ramo o filo d’erba lo metterà in uno stato di ansia. Il serpente rappresenta il veleno dell’avversione.


Un cane vede il bastone e continuamente lo insegue e lo prende in bocca, trovando il gioco molto divertente. Notando solo il bastone che vola è totalmente distratto dal resto della realtà.

Il cane rappresenta il veleno dell’attaccamento.


Un leone, svegliato dalla cagnara, nota il bastone volare e gira lo sguardo verso la scimmia, che immediatamente smette di lanciare bastoni e l'intera foresta torna in uno stato di quiete.

Il leone rappresenta il nettare della consapevolezza.


Tutte le pratiche di mindfulness hanno a che vedere con la capacità di osservare con attenzione la realtà senza farsi coinvolgere fisicamente né emotivamente. Quando impariamo ad osservare i nostri pensieri (la tartaruga non ci riesce, ma neanche il serpente e il cane), invece di esserne trascinati via emotivamente (il serpente e il cane) o intellettualmente (il cane), essi svaniscono come vapore al sole perché nascono tutti dal gesto inconsulto di una mente stressata. Mentre gli altri animali mantengono la mente in uno stato di stress, lo sguardo potente e distaccato del leone fa svanire la causa stessa dell'attività stressogena interiore.

Non a caso l'animale protettore del Tibet è il Leone delle Nevi!

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